
La limerence non è solo un’infatuazione intensa, ma può diventare una vera e propria dipendenza emotiva, con caratteristiche simili a quelle delle dipendenze comportamentali. Come una sostanza, il Limerent Object (LO) – la persona oggetto dei nostri desideri – diventa il centro della nostra vita emotiva, generando stati di euforia quando vi è reciprocità percepita e disperazione quando vi è distanza o indifferenza.
Sintomi della dipendenza emotiva nella limerence
- Craving Emotivo: Un bisogno intenso e incontrollabile di contatto o attenzione da parte del LO.
- Ossessioni Mentali: Pensieri persistenti e intrusivi sul LO che interrompono le normali attività quotidiane.
- Astinenza Emotiva: Ansia, depressione e sofferenza profonda in assenza del LO o di segnali positivi.
- Crollo dell’Autostima: La percezione del proprio valore è strettamente legata alle reazioni dell’LO.
- Comportamenti Compulsivi: Controllare ossessivamente i social media, inviare messaggi ripetuti o cercare “incontri casuali”.
Il meccanismo neurologico della dipendenza
La limerence attiva i circuiti di ricompensa (reward system) del cervello, gli stessi coinvolti nelle dipendenze da sostanze. Le dipendenze emotive come la limerence agiscono alterando la biochimica cerebrale. Dopamina, noradrenalina, serotonina, endorfine ed endocannabinoidi sono regolate da specifici recettori nelle aree cerebrali responsabili del comportamento orientato alla ricompensa.
Le sostanze che creano dipendenza interferiscono direttamente con questi sistemi, attivando recettori o bloccando meccanismi di riassorbimento. Questo genera un accumulo di neurotrasmettitori, amplificando le sensazioni di piacere e rinforzando il comportamento dipendente.
Allo stesso modo, nella limerence, segnali positivi provenienti dall’LO agiscono come una “droga emotiva,” stimolando il rilascio di dopamina e attivando il circuito della ricompensa. Questo crea un legame chimico che alimenta l’ossessione e rende difficile liberarsi dalla dipendenza.
Fonte: Living with Limerence
Quando l’attenzione del LO diminuisce, il cervello reagisce come se stesse subendo un’astinenza, generando ansia e bisogno di ristabilire il contatto.
Inizialmente, bastano stimoli deboli per placare questa ansia, ma col passare del tempo sono necessari stimoli sempre più forti e frequenti per ottenere una sensazione di calma temporanea. L’assenza o il distacco percepito dal LO diventa una fonte di ansia crescente, mentre il suo contatto diventa essenziale per evitare vere e proprie crisi di astinenza. Questo crea un ciclo disfunzionale di ricerca continua di segnali positivi.
Il rinforzo intermittente in azione
Un ruolo cruciale è svolto dal rinforzo intermittente (intermittent rewarding), un meccanismo in cui le ricompense sono imprevedibili. Questo sistema è particolarmente potente nel generare dipendenza: segnali positivi sporadici dell’LO creano un’aspettativa costante di futuri momenti di gratificazione.
L’incertezza diventa il motore centrale di questa dinamica. Quando il LO invia messaggi ambivalenti (mixed signals) o la relazione è ostacolata da situazioni complesse (come uno dei due o entrambi già impegnati), il cervello resta intrappolato in un ciclo di attesa e speranza. L’assenza di segnali chiari amplifica il desiderio di riconoscimento e intensifica la dipendenza emotiva.
L’esperimento sui ratti
Un esperimento condotto dallo psicologo B.F. Skinner ha dimostrato l’efficacia del rinforzo intermittente. Ai ratti in una gabbia veniva data una leva che, se premuta, poteva erogare cibo:
- Ricompensa costante: I ratti ricevevano cibo ogni volta che premevano la leva. Dopo un po’, premevano solo quando avevano fame.
- Nessuna ricompensa: I ratti smettevano rapidamente di premere la leva.
- Rinforzo intermittente: Il cibo veniva distribuito in modo imprevedibile. In questa condizione, i ratti premevano la leva ossessivamente, sperando sempre in una ricompensa futura.
Questo esperimento illustra come l’incertezza e le ricompense sporadiche possano generare un comportamento compulsivo, analogo alla dipendenza emotiva nella limerence. La speranza di ottenere attenzione dall’LO funziona esattamente nello stesso modo, mantenendo la persona limerente intrappolata in una ricerca incessante del contatto e di segnali positivi.
Conclusione
Essendo una vera e propria dipendenza, la limerence deve essere trattata come tale se si vuole guarirne. Il primo passo fondamentale è il distacco dalla fonte, ovvero limitare o interrompere il contatto con il’LO. Questa fase può essere estremamente dolorosa a causa delle “crisi di astinenza” emotive, ma è necessaria per permettere al cervello di interrompere il ciclo disfunzionale.
In parallelo, è utile adottare strategie di autoconsapevolezza e gestione delle emozioni, come la terapia psicologica, la meditazione e la riprogrammazione dei pensieri. Recuperare una vita orientata a obiettivi personali significativi può aiutare a ricostruire l’autostima e spezzare definitivamente il legame dipendente.












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