
Ti suona familiare?
«Ero a pranzo con un’amica, quando mi sono resa conto di non aver sentito una parola di quello che diceva da un bel po’, perché lui era entrato nella sala come una presenza enorme, e io ne ero iperconsapevole. Seriamente, era come se il sole mi stesse bruciando la schiena sapendo che era seduto al tavolo dietro di me.»
«Mi sento così in colpa. A volte dico alla mia famiglia che ho bisogno di fare un pisolino, solo per potermi sdraiare un’ora e fantasticare su di lei.»
«Appena arrivo al lavoro guardo nel parcheggio se c’è la sua macchina e ho memorizzato la targa. Non ricordo la mia, ma conosco la sua.»
Questi sono tutti sintomi di limerenza. Pensiamo e fantastichiamo su certe persone perché la loro presenza ci fa sentire bene. Tutto ciò che le riguarda sembra avere un significato speciale.
Ma se stai leggendo questo testo, è quasi certo che tu abbia capito che quei sentimenti meravigliosi sono fuori controllo; quei pensieri e fantasie stanno deragliando la tua vita, e invece della felicità di una relazione corrisposta, hai tra le mani un doloroso e confuso disastro.
Nonostante la promessa di estasi, la limerenza può diventare una forza opprimente che danneggia la tua salute mentale e le tue relazioni con familiari e amici. Molti limerenti si lasciano trasportare da un’ondata di euforia e si rendono conto di quanto siano profondamente caduti solo quando è troppo tardi – quando sono completamente infatuati e fanno fatica a funzionare nella vita di tutti i giorni.
Questa guida è pensata per aiutare chi si trova in questa trappola indesiderata. Anche se non è facile, è possibile uscirne e riprendere il controllo del proprio futuro. Si parte da una comprensione chiara di cosa sia la limerenza, di come agisca sulla tua psiche, e si prosegue con passi pratici per liberarsi da questo stato di sopraffazione.
PASSO 1: Capire cos’è la limerenza
Il termine limerenza fu coniato dalla psicologa Dorothy Tennov negli anni ’70, durante le sue ricerche sull’amore romantico. Secondo Tennov, si tratta di uno stato psicologico specifico che molte persone sperimentano quando sono infatuate del proprio “oggetto limerente” (LO – Limerent Object). Tennov sosteneva che alcune persone fossero limerenti per natura, altre no, come essere introversi o estroversi.
Ecco le esperienze tipiche del limerente, secondo Tennov (riassunte):
- Pensieri intrusivi e ricorrenti sull’oggetto limerente (LO), con cui si desidera una relazione sessuale o romantica.
- Bisogno acuto che i sentimenti siano ricambiati con la stessa intensità.
- Umore dipendente dalle azioni del LO: euforia se si percepisce reciprocità, disperazione se si avverte disinteresse.
- Incapacità di provare limerenza per più di una persona alla volta.
- Sollievo temporaneo attraverso fantasie vivide di reciprocità.
- Timidezza o disagio fisico evidente in presenza del LO (sudorazione, balbettio, tachicardia).
- Maggiore intensità dei sentimenti in caso di ostacoli o difficoltà.
- Dolore acuto al “cuore” in situazioni di incertezza.
- Coinvolgimento emotivo talmente forte da mettere in secondo piano ogni altra cosa.
- Tendenza a idealizzare il LO: si esaltano i lati positivi e si minimizzano o si giustificano quelli negativi.
Un’altra descrizione efficace della limerenza è “dipendenza da una persona”. Il LO è come una droga d’amore: quando sei con lui o lei, ti senti euforico, quando ne sei lontano, provi una vera crisi di astinenza. Come un tossicodipendente, cominci a mentire, trascurare responsabilità, perdere concentrazione, e desiderare solo un’altra dose di presenza del LO. È in questo momento che molti capiscono di aver bisogno di aiuto.
Il LO è una “persona oggetto”?
Probabilmente starai pensando: “Aspetta un attimo. LO? Ma è una persona, non un oggetto!” Vero. Ma la limerenza ti porta a proiettare i tuoi bisogni e desideri su di lui/lei, creando un’immagine idealizzata che non corrisponde alla realtà. Rendersi conto di questo è una tappa fondamentale per guarire.
PASSO 2: Identifica i trigger
La limerenza segue un modello comune. Le sue origini possono variare, ma ci sono tre inneschi ricorrenti:
1. Il “bagliore” (the glimmer)
È quel momento in cui percepisci qualcuno come speciale, quasi “luminoso”. Può essere il suo modo di muoversi, la voce, il profumo. Qualcosa in lui/lei risuona profondamente con te. È come la scintilla durante un primo appuntamento – non si sa spiegare, ma si sente.
2. La reciprocità
La limerenza cresce quando si percepisce che il LO ricambia l’interesse. Se invece la persona è completamente disinteressata, il rischio di limerenza diminuisce. La reciprocità, anche solo accennata, alimenta il fuoco dell’infatuazione.
3. L’incertezza
Il fattore più potente. Più è incerta la situazione, più la limerenza si radica. Ambiguità, segnali contrastanti, il fatto che uno dei due (o entrambi) sia già impegnato… tutto ciò crea un mix di euforia e disperazione che rinforza l’ossessione.
PASSO 3: Non è lui/lei. Sei tu.
Questa è la verità più importante da accettare: la limerenza nasce dentro di te. Non è magia, non è destino, non è “chimica”. È una risposta neuropsicologica basata su chi sei e cosa hai vissuto. Il LO è solo il catalizzatore, non la causa. Questo vuol dire anche che hai un potere personale sul processo.
PASSO 4: Perché si sta così bene?
La limerenza è una forma di ricompensa neurochimica. Quando sei con il LO, il tuo cervello rilascia dopamina, ti senti euforico, vivo, pieno di speranza. È lo stesso circuito che regola la dipendenza da droghe o il gioco d’azzardo.
Il meccanismo più subdolo? La ricompensa intermittente. Quando il LO è a volte affettuoso e a volte freddo, il tuo cervello entra in un ciclo di speranza/paura, e l’addiction si consolida.
PASSO 5: Decidi di riprendere il controllo
Non è facile. Ma è possibile. Serve disciplina, onestà con se stessi e impegno. È il momento di dire:
«Rifiuto di lasciare che la limerenza controlli la mia vita. Prendo il comando.»
Ricorda: i pensieri non si possono controllare del tutto, ma i comportamenti sì. Puoi essere innamorato/a, ma scegliere di non agire in modo dannoso o inappropriato.
PASSO 6: Nessun contatto (se possibile)
Il passo più efficace. Nessun incontro, nessun messaggio, nessun social.
Perché funziona?
- Nessuna nuova dose di dopamina.
- Rompe le abitudini.
- Libera spazio mentale.
- Dimostra che hai il controllo.
Se non è possibile evitarlo del tutto, limita i contatti il più possibile.
E no, non potete “restare amici”. L’amicizia non è onesta se nasconde un secondo fine romantico.
PASSO 7: Riprogramma il cervello limerente
Il tuo cervello ha imparato che LO = piacere. È ora di interrompere l’associazione.
Come?
- Evita di fantasticare su di lui/lei.
- Sostituisci i pensieri piacevoli con immagini realistiche o negative.
- Ricorda cosa rischi di perdere (partner, famiglia, stabilità).
- Crea nuove abitudini, nuove fonti di piacere.
PASSO 8: Considera la rivelazione
Dire a qualcuno i tuoi sentimenti può spezzare il ciclo. A chi dirlo dipende dal tuo caso:
- Se entrambi siete liberi: potresti dirlo al LO. Anche un “no” chiaro aiuta a chiudere.
- Se il LO è impegnato: parlane con un amico fidato.
- Se sei già in coppia: valuta di parlarne con il partner (con molta cautela). Può essere doloroso, ma anche liberatorio e onesto.
Attenzione: se il LO risponde in modo ambiguo, taglia i ponti. La limerenza si nutre proprio dell’incertezza.
PASSO 9: Proteggiti per il futuro
Molti limerenti hanno più LO nella vita. Impara a riconoscere i tuoi trigger personali: hai un debole per i timidi? Gli artisti tormentati? I “salvabili”? I sarcastici?
Riconosci il bagliore, e quando lo senti, non avvicinarti.
Se ti infatui spesso di persone “tossiche”, valuta un supporto psicologico.
PASSO 10: Scegli di vivere con uno scopo
La via duratura per padroneggiare la limerenza è accettarla come parte di te, ma senza lasciarle il controllo.
Decidi di vivere in modo attivo, non reattivo.
«Voglio essere io a decidere cosa succede nella mia vita.»
La limerenza non è una strada verso una vita piena di significato. Ma una vita piena di significato può proteggerti dalla limerenza.
Traduzione da livingwithlimerence.com











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