
Limerence è un uragano. Quando ci sei dentro, pensi che non finirà mai. Ma poi, piano piano, qualcosa cambia. Non succede tutto in un giorno, non c’è un clic magico. È più come un lento svanire. Una voce che prima ti urlava dentro e ora si fa flebile, poi silenziosa. E quando ti guardi intorno, ti chiedi: E adesso? Cosa è rimasto?
Resta un po’ di stanchezza
Quella emotiva. Quella che ti lascia il troppo sentire. Come quando hai pianto per ore e poi ti resta solo il silenzio dentro. Ti rendi conto di quanto spazio mentale quella persona occupava. E senti la fatica di doverlo riempire di nuovo.
Resta un po’ di vergogna
Per i messaggi che non avresti voluto mandare. Per le paranoie, le fantasie, gli autoinganni. Per come ti sei aggrappata a qualcuno che, magari, non ti ha mai davvero visto. Ma anche la vergogna passa. Si trasforma in tenerezza verso la te che ci stava provando con tutte le sue forze.
Resta tanto vuoto — ma è uno spazio nuovo
Ti spaventa, perché eri abituata a vivere con la sua presenza costante nella mente. Ma è anche una tela bianca. Un terreno da riseminare. Non devi subito riempirlo di altro. Va bene se resta vuoto per un po’. È tuo. Finalmente tuo.
Resta una nuova te
Più lucida. Più stanca, forse. Ma più saggia. Hai imparato a leggere i segnali che prima ti illudevano. Hai imparato che l’amore non è ossessione. Che l’assenza non è profondità. Che il dolore non è passione.
Resta anche una cosa bellissima: libertà
Non devi più interpretare ogni gesto, ogni silenzio, ogni like. Non devi più domandarti se sei abbastanza per qualcuno che non ti sceglie. Resta la libertà di non voler più vivere un amore a senso unico.
E poi, se lo desideri, resta lo spazio per costruire qualcosa di più profondo: una vita intenzionale. Secondo il concetto di purposeful living (vivere con uno scopo) sviluppato dal blog Living With Limerence, è proprio nel “dopo” che si apre la possibilità di rimettersi al centro della propria storia.
Ecco cosa può restare, se scegliamo di prendercene cura:
Vivere con onestà
Essere sinceri con se stessi e con gli altri, allineare la propria vita ai propri valori profondi. Lasciare andare le narrazioni che ci trattengono dove non siamo più.
Sviluppare autoconsapevolezza
Riconoscere le proprie inclinazioni naturali, anche quelle che avevamo represso. Accettare chi siamo, davvero, senza filtri.
Aprirsi al rinnovamento
Rimettere in discussione le credenze radicate. Smettere di vivere per come dovremmo essere, e iniziare a vivere per come siamo.
Affrontare il disagio
Il cambiamento richiede coraggio. E imparare a stare anche nel disagio è parte del cammino verso qualcosa di più autentico.
Prendersi la responsabilità delle proprie scelte
Non siamo vittime passive. Ogni scelta, anche minuscola, costruisce la nostra strada. Riprendere il controllo significa iniziare a camminare in direzione di ciò che vogliamo.
Imparare a decidere
Nella limerence regna l’incertezza. Dopo, possiamo imparare a decidere con consapevolezza, senza restare bloccati nella speranza.
Passare all’azione
Pensare non basta. Serve agire. Creare obiettivi nuovi, scegliere per noi. Ricostruire, lentamente, qualcosa che ci somigli davvero.
Dopo la limerence non sei più la stessa. Ma va bene così.
Sei più tua. E questa è la forma più autentica di guarigione.












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