
Uno degli aspetti più difficili e frustranti della limerence è la consapevolezza che non possiamo più fidarci del nostro istinto. In una situazione normale, seguire ciò che sentiamo potrebbe sembrare la cosa più naturale e giusta, ma nella limerence il nostro istinto ci tradisce continuamente. Quella spinta irresistibile a cercare il LO (Limerent Object, la persona oggetto dei nostri desideri), a controllare i suoi social, a mandare un messaggio “innocente” non è altro che il nostro cervello in cerca di una nuova dose di dopamina. E, paradossalmente, proprio per liberarci dalla limerence, dobbiamo imparare ad andare contro noi stessi.
Il cervello ingannatore: amplificare ogni segnale
Quando siamo nella limerence, non possiamo neanche fidarci delle nostre percezioni, perché il nostro cervello amplifica ogni interazione con il LO e le carica di significati sproporzionati. Se mette un like a un nostro post, iniziamo subito a immaginare un avvicinamento, un cambiamento, un nuovo inizio. Se invece mette un like al post di un’altra persona, ecco che scatta il panico: ci immaginiamo tradimenti, rifiuti, ci convinciamo che il LO ci stia mandando segnali di distacco o che abbia trovato qualcuno di “migliore”.
Questa continua iperanalisi di ogni suo gesto ci tiene intrappolati in un’altalena emotiva devastante: dall’euforia all’angoscia in pochi secondi, solo in base a piccole interazioni digitali o a segnali ambigui. Il cervello limerente non riesce a processare le cose in modo neutro e distaccato: ogni segnale positivo è la prova che siamo “destinati a stare insieme”, ogni segnale negativo è la conferma che abbiamo perso ogni speranza.
La trappola della dissonanza cognitiva: sto impazzendo?
Uno degli effetti più destabilizzanti della limerence è la dissonanza cognitiva. La dissonanza cognitiva è il fenomeno psicologico che si verifica quando una persona sperimenta un conflitto tra due credenze, pensieri o percezioni contrastanti. Nel contesto della limerence, questa si manifesta nel divario tra ciò che il cervello razionalmente sa (ad esempio, che il LO non ricambia o che non c’è una vera connessione) e ciò che invece si vuole credere (ad esempio, che ci sia un legame speciale o che il LO stia solo trattenendo i propri sentimenti).
Questa tensione interna può generare ansia, insicurezza e un forte senso di smarrimento. Le persone in limerence spesso si trovano a chiedersi:
- È davvero successo o me lo sono immaginato?
- Mi ha guardato in un certo modo perché prova qualcosa o è solo una mia interpretazione?
- Mi sta ignorando perché non gli/le interesso, o perché sta testando la mia pazienza?
Questa continua incertezza porta a una sensazione di instabilità mentale e può spingere a comportamenti impulsivi nel tentativo di trovare conferme o ridurre l’ansia.
A volte, spinti dall’ansia e dall’ossessione, facciamo cose che non riconosciamo nemmeno come nostre: mandiamo messaggi impulsivi che poi ci pentiamo di aver scritto, inventiamo scuse per incrociare “casualmente” il LO, facciamo ricerche ossessive su di lui/lei per trovare prove che confermino le nostre illusioni. E subito dopo, ci chiediamo: Ma cosa diavolo sto facendo? Questo circolo vizioso tra illusione, speranza e frustrazione ci fa sentire come se stessimo impazzendo.
Come smettere di fidarsi del nostro istinto (e ritrovare il controllo)
Se nella limerence il nostro istinto ci tradisce, il primo passo per uscirne è imparare a ignorarlo e riprendere il controllo razionale delle nostre azioni. Alcune strategie utili:
- Preparati i “no” → Una strategia efficace è immaginarsi in situazioni in cui scegliamo di distaccarci dal LO e gli diciamo di no. Questo aiuta a riprogrammare l’istinto e a renderlo più naturale nel momento reale. Abituare la nostra mente a evitare il LO e a imporsi un limite chiaro rafforza l’autocontrollo. Più ci esercitiamo mentalmente a dire no, più diventerà automatico farlo nella realtà.
- Non agire d’impulso → Non rispondere immediatamente, fermati e rifletti. Quando senti il bisogno urgente di cercare il LO, fermati e chiediti: Questa azione mi farà stare meglio a lungo termine o peggiorerà solo la mia ossessione? Il craving (bisogno impulsivo) passa dopo 20 minuti al massimo, nel frattempo distraiti e fai qualcos altro.
- Sfida i tuoi pensieri → Ogni volta che il tuo cervello ti dice che il LO è la tua anima gemella perché “provi emozioni così forti”, ricordati che anche l’ansia e la dipendenza provocano emozioni intense, ma questo non significa che siano sane.
- Non leggere segnali che non ci sono → Se il LO interagisce con te, non significa automaticamente che provi qualcosa. Se il LO interagisce con altri, non significa che ti stia rifiutando.
- Accetta l’incertezza → Nella limerence vogliamo risposte certe: mi ama o no? C’è speranza o no? Ma in realtà, la chiave per uscirne è accettare di non sapere e andare avanti comunque.
Conclusione: smettere di seguire il cuore per salvarsi
La limerence ci inganna su tutti i fronti: ci fa credere che il nostro istinto ci porterà verso il LO, quando in realtà ci sta solo facendo rimanere intrappolati in un ciclo tossico. Ci fa credere che il LO sia l’unico in grado di farci provare emozioni così intense, quando in realtà è la nostra stessa mente a generarle e ad amplificarle. Ci fa dubitare della nostra sanità mentale perché ci fa oscillare tra la speranza e la disperazione, senza mai darci una vera risposta.
Per uscirne, dobbiamo fare qualcosa di innaturale: smettere di seguire il cuore e iniziare a seguire la logica. Solo così possiamo finalmente liberarci dalla limerence e ritrovare il nostro equilibrio.












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