
Ci sono giorni in cui ti senti intrappolata in una nebbia che sembra avvolgere tutto. Ti svegli al mattino con il cuore pesante, come se la notte non avesse portato alcun sollievo, ma solo un altro ciclo di pensieri martellanti. Pensieri che non puoi fermare. Pensieri su di lui, o meglio, su quello che pensi sia lui.
Ogni cosa sembra amplificare il vuoto dentro di te. La sua assenza è un urlo silenzioso che non riesci a zittire. Guardi lo schermo del telefono, sperando in un messaggio, un segnale, qualsiasi cosa che possa farti sentire di nuovo viva, anche solo per un momento. Ma niente arriva, e quel silenzio è come un baratro che si allarga sempre di più.
La testa è pesante, come se qualcuno avesse spento un interruttore. Non riesci a concentrarti su nulla, nemmeno sulle cose che una volta ti davano piacere. Leggere un libro? Impossibile. Uscire a fare una passeggiata? Ogni passo sembra una fatica immensa. Anche il cibo non ha sapore; è solo una necessità che affronti senza voglia.
In questi giorni bui, ti sembra di non essere abbastanza. Non abbastanza brava, non abbastanza interessante, non abbastanza unica per meritare la sua attenzione. E allora inizia il loop: “Se solo avessi detto quella cosa in modo diverso… se solo fossi più bella, più brillante, più…” Più tutto. Ma è una corsa senza fine, perché sai che, anche se cambiassi, non sarebbe mai abbastanza. Non per lui. E forse neanche per te.
Questi cali sono come un’astinenza. Ti ritrovi a desiderare disperatamente una scarica di euforia, quell’attimo di sollievo che arriva quando ti sembra di percepire un segno di interesse da parte sua. Ma non arriva. E allora tutto si tinge di nero: il futuro, i tuoi sogni, perfino la tua stessa identità. Ti senti vuota, come se il tuo valore fosse legato esclusivamente al modo in cui lui ti vede. E ora che sembra non vederti più, tu non ti vedi nemmeno.
Non vuoi parlarne con nessuno. Come potresti spiegare questa sofferenza senza sembrare debole, sciocca, senza sentirti giudicata? È una solitudine che non si riempie, perché nessuno può capire davvero cosa significa avere la mente così intrappolata.
Eppure, una parte di te lo sa: non è lui la soluzione. È questa dipendenza, questa illusione che ti ha portato qui. E, da qualche parte, esiste una strada per uscire. Non la vedi ancora, non oggi, non ora. Ma un giorno, questi giorni bui saranno solo un ricordo. Un giorno, sarai tu a illuminare la tua vita.
Fino ad allora, respira. Un respiro alla volta. Anche nel buio. È solo un giorno.












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