La limerence nell’Amica Geniale: un’analisi dei legami ossessivi

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Il romanzo L’amica geniale di Elena Ferrante ha ottenuto un enorme successo non solo per la sua scrittura coinvolgente, ma anche per la complessità e la profondità psicologica dei suoi personaggi. Lenù è innamorata di Nino fin dall’infanzia, poiché lo percepisce come unico: gentile, acculturato, persino “femminista” (almeno a parole), sicuramente lontano dagli uomini ignoranti e violenti del rione. Lenù si costruisce nella sua testa fin dal principio un’immagine idealizzata di Nino. Nino mostra attrazione verso Lenù, ma anche verso molte altre donne, prima fra tutte Lila, la migliore amica di Lenù, e questa ambiguità rafforza ulteriormente l’ossessione di Lenù. Anche quando Lenù si sposa e crea una famiglia con un altro uomo, Nino rimane sempre al centro dei suoi pensieri. Tra i tanti temi affrontati, uno dei più affascinanti è la rappresentazione della limerenza, anche se non esplicita, che emerge chiaramente nei legami tossici che Lenù intreccia con Nino Sarratore. Ad un certo punto della storia, Lenù arriva ad abbandonare marito e figli per seguire Nino, accettando persino di fare la vita dell’amante poiché lui non vuole lasciare la moglie. Lo idealizza e lo mette su un piedistallo, ma ama una persona che in realtà non esiste. Solo quando scopre i suoi innumerevoli tradimenti, finalmente apre gli occhi e trova la forza di liberarsi, decidendo di mettere fine ad un’ossessione durata per decenni.

Nino Sarratore: un perfetto limerent object

Nino rappresenta il tipico LO (Limerent Object, l’oggetto dei desideri della persona in stato di limerenza), in quanto combina diverse caratteristiche che rinforzano l’ossessione di chi si innamora di lui:

  • Ambiguità e incertezza: Nino manda segnali contraddittori, che mantengono viva la speranza di reciprocità senza mai offrire una conferma chiara.
  • Fascino intellettuale: Si presenta come un uomo brillante e fuori dagli schemi, una figura unica che Lenù idealizza continuamente.
  • Inafferrabilità: La sua incapacità di offrire stabilità lo rende un enigma, spingendo Lenù a cercare costantemente di decifrarlo e conquistarne l’attenzione.

Nino e il narcisismo overt

Nino incarna molti tratti tipici del narcisismo overt:

  • Bisogno di ammirazione: Nino si nutre dell’attenzione che riceve, manipolando le persone attorno a lui per ottenere conferme costanti del proprio valore.
  • Mancanza di empatia: Spesso agisce senza preoccuparsi delle conseguenze emotive per gli altri, concentrandosi esclusivamente sui propri desideri.
  • Comportamenti manipolativi: L’ambiguità dei suoi segnali e la capacità di mantenere le persone legate a sé, nonostante le sue mancanze, sono segnali di una forte manipolazione emotiva.

Questi elementi fanno di Nino un LO perfetto, capace di intrappolare Lenù in un ciclo di speranza e incertezza, il motore principale della limerence. Questi tratti rendono Nino non solo un LO, ma anche un narcisista overt che attira e intrappola chi è vulnerabile, come Lenù. Tuttavia, la dinamica si complica poiché Lenù stessa presenta tratti narcisistici, creando una relazione tossica basata sulla reciproca ricerca di validazione.

Come vedremo nei paragrafi successivi, Nino ha il profilo del narcisista, ma Lenù viene intrappolata nel ciclo ossessivo perché è lei stessa una narcisista, anche se con tratti meno espliciti e quindi più difficili da identificare.

Lenù e la limerence: quando l’obiettivo oscura la realtà

La limerence di Lenù per Nino è evidente in molte scene del romanzo, ma una delle più emblematiche è quella in cui la madre di Lenù si sente male. Lila, che l’aveva accompagnata a conoscere la bambina di Lenù, decide di portarla in ospedale, e Nino insiste per accompagnarle. Tuttavia, Lenù, invece di preoccuparsi per la salute della madre, si lascia sopraffare dalla gelosia e dall’ossessione per Nino. La sua mente è invasa da immagini mentali di una possibile vicinanza tra Nino e Lila, immagini che la tormentano e alimentano la sua gelosia. Questo episodio rivela chiaramente come la limerence possa distorcere le priorità e i pensieri:

  • Gelosia irrazionale: Lenù è molto più preoccupata per la vicinanza tra Nino e Lila che per la salute della madre. La sua mente è invasa da immagini mentali di loro due insieme, che la tormentano e alimentano la gelosia.
  • Pensieri intrusivi: Nonostante la gravità della situazione, Lenù non riesce a staccarsi dalle immagini di Nino, mostrando come il LO possa monopolizzare ogni pensiero.
  • Priorità distorte: L’attenzione di Lenù è completamente rivolta a Nino, relegando in secondo piano persino una questione seria come la salute della madre.

I Meccanismi della limerence

Questo episodio evidenzia alcuni dei meccanismi tipici della limerence:

  1. Pensieri ossessivi: La mente è continuamente focalizzata sul LO, rendendo difficile concentrarsi su altro.
  2. Dipendenza emotiva: Il benessere di Lenù dipende esclusivamente dalla percezione di interesse o disinteresse da parte di Nino.
  3. Altalena emotiva: Lenù alterna stati di euforia e ansia, tipici della limerence, a seconda del comportamento di Nino.

Lenù e il narcisismo covert

Un altro aspetto interessante della psicologia di Lenù è il suo profilo da narcisista covert, che contribuisce a spiegare la sua attrazione per Nino, un narcisista overt.

Il narcisismo covert è una forma più sottile e meno evidente di narcisismo, caratterizzata da una profonda insicurezza mascherata da atteggiamenti apparentemente modesti o riservati. A differenza del narcisismo overt, che si manifesta in comportamenti espliciti di superiorità e bisogno di attenzione, il narcisismo covert si nutre di una costante ricerca di approvazione e di una sensibilità estrema alle critiche.

Lenù incarna molte di queste caratteristiche, che si riflettono nella sua personalità e nelle sue scelte:

  • Non sentirsi all’altezza: Nonostante i suoi successi, Lenù vive un costante senso di inferiorità, soprattutto rispetto a Lila. Questo la porta a cercare di dimostrare il proprio valore attraverso il lavoro, la cultura e il successo personale.
  • Ricerca di approvazione: Lenù desidera essere riconosciuta per il suo talento e soffre profondamente quando ciò non avviene. La sua competizione con Lila e il bisogno di Nino ne sono una chiara manifestazione.
  • Dipendenza dalla validazione esterna: La sua autostima sembra dipendere completamente dall’approvazione altrui, specialmente di figure che idealizza, come Nino.
  • Disprezzo per il rione e la famiglia: Lenù cerca di distanziarsi dalle sue origini, che percepisce come un limite, cercando conferme attraverso il successo personale e l’approvazione altrui.
  • Trascuratezza verso il ruolo materno: Lenù, in più occasioni, mette da parte il ruolo di madre per inseguire successo e riconoscimento, trascurando le sue figlie.

Questo profilo di narcisismo covert spiega anche perché Lenù rimane intrappolata nella relazione tossica con Nino, cercando in lui una conferma del proprio valore e ignorando i segnali che la relazione è dannosa per lei.

Perché Lenù e Nino si attraggono?

La dinamica tra Lenù e Nino può essere vista come un esempio classico di attrazione tra narcisisti:

  • Conferma reciproca: Lenù ammira Nino e lo idealizza, dandogli la conferma che cerca. Nino, invece, trova in Lenù una fonte costante di attenzione e ammirazione.
  • Complementarità tossica: Lenù cerca in Nino la conferma del proprio valore, mentre Nino sfrutta l’ammirazione di Lenù per alimentare il proprio ego.

Se volete approfondire il tema del narcisismo nell’amica geniale vi consiglio questo episodio del podcast di Tellyst: “I narcisisti si attraggono“.

Conclusione

L’amica geniale non è solo una saga di amicizia e relazioni, ma un’opera che esplora in profondità temi psicologici complessi, come la limerence e il narcisismo. La relazione tra Lenù e Nino rappresenta un esempio potente di come la limerence possa intrappolare una persona in un ciclo di ossessione e sofferenza. Attraverso questa dinamica, Elena Ferrante ci invita a riflettere sulla complessità delle relazioni umane e sui meccanismi emotivi che spesso ci intrappolano.

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CHI SONO

Mi chiamo Nada. Non sono una psicologa né una neuroscienziata, ma una ricercatrice che ha vissuto in prima persona l’esperienza della limerence. Il mio obiettivo è raccogliere e condividere le migliori fonti e informazioni disponibili per aiutare chi si trova alle prese con questa condizione, offrendo supporto e comprensione attraverso la conoscenza.

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